Si avvicina il 25 aprile, una data dal significato profondo, una giornata che ci ricorda l’importanza della libertà e della democrazia.

Non dobbiamo mai dimenticare quanto sangue fu versato, quante donne e quanti uomini si opposero al nazifascismo, anche a costo della vita. Come non dobbiamo dimenticare cosa fu il nazifascismo: violenza, morte, distruzione. Orrori indicibili.

E fu proprio dopo quel periodo così buio e vergognoso, in cui a San Rossore si tocco’ l’abisso più profondo con la firma delle leggi razziali, che fu scritta la nostra bellissima Costituzione. Quella Costituzione che è profondamente antifascista e che porta con sé una promessa: mai più. Mai più guerra, mai più privazione di diritti e di libertà.

Eppure, nel 2023, c’è chi non celebra il 25 aprile o la ritiene una data divisiva.

Il 25 aprile è una data divisiva solo per chi fa fatica a prendere le distanze dal fascismo.

Eppure, nel 2023, c’è chi fatica a fare i conti fino in fondo con la storia. La storia però non può essere negata né riscritta. La storia deve essere studiata, perché un Paese senza memoria non ha futuro.

Ecco perché è ancora più preziosa, in questo momento, l’iniziativa organizzata dall’Università di Pisa e dal CIDIC, Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura, che ringrazio da Assessora all’Università e alla Memoria, ma anche da cittadina e antifascista convinta.