Oggi la legge 194 compie 45 anni.
Una ricorrenza importantissima, da celebrare soprattutto oggi che quella norma di civiltà, conquistata dalle lotte delle donne, non solo non è ancora correttamente e omogeneamente applicata in tutto il Paese, ma è persino costantemente sotto attacco.
Celebriamo una norma che ha introdotto un’idea evoluta di maternità consapevole e che ha sottratto l’interruzione di gravidanza alla clandestinità, con pratiche pericolose per la salute delle donne.
Il Governo di destra guidato da Giorgia Meloni attacca da mesi noi donne e le nostre libertà, provando a relegarci ancora di più in stereotipi e ruoli di genere che invece dobbiamo superare, con una retorica stantia rispetto al nostro ruolo sociale di mogli e di madri, con quegli attacchi più o meno evidenti al diritto all’interruzione di gravidanza, come quel “purtroppo è un diritto”, pronunciato dalla Ministra Roccella che ancora pesa come un macigno e svela le intenzioni peggiori di questa destra integralista e pericolosa.
Quello su cui invece il Governo e le istituzioni tutte dovrebbero impegnarsi è la piena applicazione della 194 in tutti i territori, perché le donne non debbano essere costrette a un percorso ad ostacoli, né sottoposte a nessun forma di giudizio rispetto ad una scelta che spetta solo a noi.
E se davvero questo Governo vuole sostenere la maternità, lo faccia con misure concrete per favorire l’occupazione femminile e giovanile, lo faccia sostenendo la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro non solo per le giovani donne ma per le giovani famiglie, attraverso un maggior investimento in politiche educative e di welfare, così per noi lavorare o essere madri non sarà più una scelta in contrapposizione.
Ma chiariamoci bene: la maternità deve essere una scelta. Nessuno può dirci che è l’unico modo attraverso cui una donna si realizza.
Nessuno ha il diritto di puntare il dito contro chi sceglie di interrompere volontariamente una gravidanza, non sono ammissibili certi vergognosi manifesti che abbiamo visto troppo spesso affissi anche nelle nostre città. Non difendono la vita, offendono le donne e negano la nostra libertà di scelta.
La Toscana si è sempre spesa per difendere ed applicare la 194, e continuerà a farlo. Io stessa nella scorsa legislatura, da Consigliera Regionale, facevo parte del Tavolo per la piena applicazione di questa legge e sono orgogliosa che si sia ricostituito. Come Assessora alle pari opportunità ho da subito offerto al Tavolo la mia piena disponibilità al confronto e al lavoro comune.
Ora e sempre giù le mani da noi donne e dai nostri diritti!