Credo da sempre che l’Italia debba essere ricucita, non divisa. È con questa convinzione che ho partecipato all’interessante mattinata di approfondimento e confronto organizzata della CgilToscana e dalla Cgil Livorno.
Il disegno di legge proposto dal Ministro Calderoli è sbagliato e pericoloso perché non solo cristallizzerebbe le disuguaglianze senza rimuoverle, ma le andrebbe addirittura ad accentuare.
Per quanto mi riguarda questa proposta non è emendabile. È da ritirare!
Come ci ricorda l’articolo 5 della nostra Costituzione la Repubblica è una e indivisibile, le madri e i padri costituenti vedevano le autonomie locali come impalcatura che regge la piena unità della nazione e garantisce la piena uguaglianza.
L’idea della destra è invece quella che vede nel “merito” il principio della redistribuzione: le Regioni più ricche hanno esigenza di preservare il loro stile di vita, qui di hanno bisogno di più risorse finendo per rafforzarsi ulteriormente a scapito della altre.
Autonomia differenziata senza aumento della spesa storica significa esattamente questo.
Non lasciamoci ingannare: non è così che si valorizzano le specificità dei diversi contesti territoriali, così si allargano i divari.
Mentre Calderoli porta avanti la sua proposta, che affonda le radici nel disegno secessionista della Lega, non sono stati ancora definiti i LEP – livelli essenziali di prestazione, per garantire a tutte e tutti, ovunque, uniformità di qualità e quantità di prestazioni e servizi.
Questa proposta mi preoccupa anche da Assessora all’Istruzione perché rischia di incidere su offerta formativa, risorse, contratti di docenti e altro. Certo, tutto questo non stupisce, se si pensa alle assurde dichiarazioni del Ministro Valditara che aprivano a stipendi differenziati su base regionale. Non abbiamo bisogno di gabbie salariali, ma di riconoscere e valorizzare il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori del mondo della scuola.
Non abbiamo bisogno di una scuola del merito, ma di una scuola che sia leva di emancipazione, motore dell’ascensore sociale.
Il priore di Barbiana ricordava quanto fosse ingiusto fare parti uguali tra disuguali. La destra, con questo disegno di legge, vuole fare parti diseguali tra diseguali, ma al contrario: chi sta meglio starà sempre meglio, chi sta peggio sempre peggio. Chi crede nella giustizia sociale non può che opporsi a questa idea scellerata.