Sono intervenuta sia in Commissione Istruzione, Università e Ricerca, che in Conferenza delle Regioni, per ribadire il convinto NO della Regione Toscana rispetto alle norma contenuta in legge di bilancio sul dimensionamento scolastico, esprimendo quindi, coerentemente, netta contrarietà anche rispetto allo schema di decreto in discussione recante i criteri per la definizione del contingente organico di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione per il triennio 2024-2025, 2025-2026, 2026-2027.
Le norme in questione, infatti, individuano i parametri correttivi per determinare e ripartire i contingenti dei dirigenti scolastici, prevedendo una riduzione degli organici da parte dello Stato in modo unilaterale. Ciò costringerà ad accorpare numerosi istituti senza che la Regione possa intervenire. Si stabilisce infatti che lo Stato potrà esercitare il potere sostitutivo nel determinare la distribuzione tra Regioni dell’organico nel caso di mancato accordo entro il 31 maggio all’interno della Conferenza Unificata.
Mancato accordo che c’è stato, visto che a questa scelta scellerata si sono opposte sei Regioni, tra cui due governate dal centrodestra, a dimostrazione che la nostra non è una pretestuosa battaglia politica ma una battaglia a difesa della scuola.
Ho avuto modo di incontrare anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a cui ho detto chiaramente che non condividiamo assolutamente questa impostazione, nel metodo e nel merito.
Questa scelta del Governo penalizza la scuola che, invece di vedere forti investimenti, come sarebbe necessario e doveroso, è oggetto di tagli. La questione preoccupa sia per le implicazioni sulla qualità della didattica che sui livelli occupazionali. Fin dall’inizio di questa vicenda ho rappresentando la nostra grande preoccupazione e la nostra non condivisione della scelta alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, a Anci e Upi Toscana in rappresentanza di Comuni e Province, con cui mi sono tenuta in stretto contatto in queste settimane.
Con questa scelta il Governo decide di tagliare autonomie scolastiche scaricando sulle Regioni la responsabilità di questa scelta. Non è certo questa la flessibilità di cui avremmo bisogno per tutelare alcune situazioni di particolare criticità, così alle Regioni non resta che decidere dove tagliare. La scuola dovrebbe essere al centro dell’attenzione delle istituzioni a tutti i livelli, a maggior ragione dopo questi anni così difficili. Continueremo ad opporci a questa scelta in ogni sede.