La violenza di genere è un fenomeno radicato nella società, che ha numeri drammatici anche nei nostri territori e spesso si manifesta all’interno dei luoghi e delle relazioni che dovrebbero essere più sicuri, come la famiglia. Di questo, con ancora maggiore e tragica evidenza, abbiamo avuto conferma durante la pandemia e il lockdown.

È quanto confermato dal convegno finale del Progetto PANGEA, un progetto di ricerca delle Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, dell’Università di Siena, del Servizio Sanitario della Toscana e di Regione Toscana sulla violenza di genere durante la pandemia, che ha coinvolto operatrici, operatori delle reti antiviolenza e vittime. Nel mio saluto istituzionale in video-collegamento, ho voluto confermare l’impegno assoluto della Regione nel mettere in campo azioni concrete di sostegno alle donne vittime di violenza, alle loro bambine e ai loro bambini, per consentire loro di uscire dalla violenza e tornare libere e autonome, anche dal punto di vista lavorativo e quindi economico.

Ho ricordato poi, accanto a questo, come siano fondamentali i percorsi di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno: dobbiamo promuovere l’educazione al rispetto, alla parità e alle differenze, a partire dalle giovani generazioni nelle scuole, per costruire una società libera da stereotipi e discriminazioni.

Costruire un mondo libero dalla violenza contro le donne non solo è possibile, è doveroso.