Avevo pensato di iniziare diversamente il mio intervento di questa mattina all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Pisa ma, dopo quanto accaduto, non potevo che iniziare dai gravi fatti del 23 febbraio e dal ringraziare il Rettore Zucchi, oltre al Direttore della Scuola Normale D’Ambrosio e alla Rettrice del Sant’Anna Nuti, per aver fatto sentire la voce del nostro mondo accademico contro quelle scene intollerabili, contrarie al DNA della nostra città.
Pisa, infatti, è una città con una storia di cultura, di scambio di idee, di manifestazioni libere. Nel mio intervento ho chiesto nuovamente che sia fatta piena luce sulle responsabilità di quanto accaduto e che episodi gravissimi come le manganellate contro studentesse e studenti inermi non si verifichino mai più.
Dopo il diritto costituzionale a manifestare, ho voluto ricordare il diritto allo studio, anch’esso sancito dalla Costituzione. Siamo in un tempo in cui si parla molto di merito e troppo poco di uguaglianza e pari opportunità, ma il ruolo delle istituzioni e delle Università resta quello di riattivare l’ascensore sociale, valorizzare i talenti e garantire a tutte e tutti l’accesso ai massimi livelli di istruzione, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali delle famiglie d’origine.
Questo è il modello di scuola e di università in cui crediamo in Toscana.