Morire, ammalarsi, ferirsi. Sono verbi che non dovrebbero avere niente a che fare con il lavoro.
Eppure continua una strage inaccettabile, che va fermata.
Il pensiero oggi va in Via Mariti a Firenze, a Suviana, a Montepulciano e in tutti i luoghi dove, in questi mesi, in queste settimane, delle vite sono state spezzate proprio sui luoghi di lavoro.
Il pensiero oggi va ai cavatori di Carrara, che si sono sentiti dire da un imprenditore cinico e ingrato che chi è vittima di un incidente sul lavoro è deficiente, un’offesa inaccettabile per le famiglie di chi, in questi anni, in cava è morto. Il pensiero va a tutte le vite che dobbiamo salvare, fermando questa terribile strage. Questo è il pensiero più grande che si è levato da San Miniato, dalla manifestazione organizzata come ogni anno nel Cuoio da CGIL, CISL e UIL per celebrare il Primo Maggio. Una data fondamentale, che ci ricorda la centralità del lavoro, su cui si fonda la nostra Repubblica, come indicato nel primo articolo della nostra antifascista Costituzione. Il Primo Maggio ci ricorda poi come si debba superare la stagione in cui la precarietà si è spacciata per flessibilità e in cui risuonava come un mantra l’idea che riducendo i diritti si sarebbero aumentate la produttività e l’occupazione. Serve imboccare una direzione opposta. Serve creare buona occupazione, stabile, sicura e di qualità. Serve combattere il lavoro nero, il caporalato, lo sfruttamento lavorativo in ogni settore, in ogni parte del nostro Paese e della nostra Toscana.
Serve incentivare l’occupazione femminile e quella giovanile. Serve una legge sul salario minimo per combattere il lavoro povero e serve una legge sulla rappresentanza.
Il Governo Meloni invece fa l’opposto: liberalizza i contratti a termine, incentiva l’utilizzo dei voucher, boccia il salario minimo.
Ecco perché questo Primo Maggio è anche e soprattutto un Primo Maggio di lotta, per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, contro un’idea di lavoro che sfrutta e umilia, contro il principio che la dignità e la sicurezza delle persone possano essere sacrificate sull’altare del profitto.
Da San Miniato mi unisco all’appello lanciato dal Segretario generale della CGIL di Pisa, Alessandro Gasparri: tacciano le armi, ovunque nel mondo.
Le parole d’ordine di questo Primo Maggio scelte da CGIL, CISL e UIL sono Europa, pace, lavoro e giustizia sociale.
Impegni preziosi, necessari, soprattutto alla luce dello scenario internazionale, con una guerra in Ucraina che non trova soluzione e con un vero e proprio massacro in corso nella Striscia di Gaza.
Che sia un Primo Maggio di lotta e di pace.