Dall’autunno, in tantissime scuole toscane e perfino nei nidi, potranno partire i progetti che abbiamo finanziato come Regione per sradicare gli stereotipi di genere e per sviluppare un’affettività libera dalla violenza.
Mentre il Governo continua a non intervenire, se non con proposte insufficienti come quelle del Ministro Valditara e dalla Ministra Roccella che propongono corsi facoltativi extra- curriculari, la Regione Toscana si conferma in prima linea per contrastare fin dall’infanzia i fattori culturali che sono alla base delle disuguaglianze, della segregazione professionale delle donne e delle violenze di genere.
Il rifinanziamento della Legge Regionale 16/2009, la nostra legge sullla Cittadinanza di genere, è una delle scelte di cui vado più orgogliosa.
Già nel 2022, recuperando 800 mila euro della vecchia programmazione dei fondi europei, abbiamo messo in campo un primo bando che ci ha consentito di finanziare oltre 300 percorsi.
Oggi sono felice di poter dire che abbiamo reso strutturale questo intervento, finanziando un bando triennale che permette di poter partire con i percorsi già dall’inizio del prossimo anno scolastico. Abbiamo finanziato questo bando con 5.7 milioni e confermato come obbligatoria, affinché le Province toscane possano accedere a finanziamento, l’attivazione dei percorsi di sensibilizzazione nei scuole.
Voglio sottolineare due novità: la possibilità di coinvolgere nei percorsi anche i servizi educativi per la prima infanzia e l’eliminazione della necessità di accordi territoriali per attivare i percorsi. Tradotto: i Comuni non potranno più negare che l’educazione alla parità entri nelle scuole del loro territorio, Questo per evitare che succeda quello che è successo nel 2022 a Pisa e a Siena dove i Comuni, governati dalla destra, hanno di fatto impedito per questioni ideologiche agli istituti di partecipare, facendogli perdere la possibilità di beneficiare dei finanziamenti regionali.
La rivoluzione culturale che dobbiamo innescare per liberarci dagli stereotipi e dai ruoli di genere, dalle discriminazioni e dalle violenze di genere, non può certo essere frenata dall’arretratezza di questa destra.