La promozione di reali pari opportunità passa da azioni trasversali a molti ambiti. Serve agire sul fronte culturale, educando le giovani generazioni alle differenze, alla parità, al rispetto, al superamento degli stereotipi e dei ruoli di genere, al rifiuto della violenza e delle discriminazioni. Serve agire sull’orientamento scolastico, affinché le bambine e le ragazze non siano più indotte a pensare che esistono percorsi di studio e carriere adatte alle donne e altre che non lo sono. Serve agire sul fronte del welfare, per favorire la conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro e una migliore distribuzione dei carichi di cura nella coppia, non declinando più il tema sempre e solo femminile, ma parlando di condivisione. Serve sostenere l’occupazione femminile, superando segregazione orizzontale e verticale nel mondo del lavoro; non è solo una questione di pari opportunità, ma è persino una questione di crescita del nostro Paese che sta rinunciando a valorizzare talenti e competenze di noi donne.
È esattamente su questi assi che si muovono le molte azioni che, come Regione Toscana, abbiamo messo in campo in questa legislatura: il rifinanziamento della Legge regionale sulla cittadinanza di genere, attraverso cui sosteniamo percorsi di educazione alla parità nelle scuole di ogni ordine e grado e, con il nuovo bando, persino nei nidi, oltre a sostenere gli Enti locali che scelgono di mettersi in discussione attraverso il bilancio di genere; l’innovativo bando regionale che finanzia piani di welfare aziendale; i percorsi di inserimento/reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, affinché possano tornare libere e autonome. Sono solo alcuni esempi. È stato un piacere per me ricordarle questa mattina a Firenze durante il convegno organizzato dalla Fondazione Alessia Ballini insieme al Consiglio regionale, alla Commissione Regionale Pari Opportunità, ad Anci Toscana e UPI Toscana. Davvero un’interessante occasione di approfondimento e condivisione di buone pratiche