La Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Calderone ha risposto all’ultima lettera sulla crisi del settore moda che le ho inviato nel ruolo di Coordinatrice della Commissione Formazione professionale e Lavoro e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, a nome di tutte le Regioni. Nella mia lettera chiedevo aggiornamenti a seguito della riunione tenutasi il 7 febbraio presso il Ministero, durante la quale avevamo ribadito la necessità e l’urgenza di dare risposte, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, al settore moda, le cui aziende, dal 31 gennaio, non hanno più la possibilità di attivare lo strumento previsto con il DL160.
La Ministra risponde che è in fase di istruttoria la preparazione, nel primo veicolo normativo utile, di un emendamento attaverso cui prorogare ulteriormente, nel 2025, lo strumento di integrazione salariale in deroga.
Restiamo quindi in attesa di poter valutare i tempi di questa proroga e se saranno adottati o meno i correttivi che come Regione Toscana avevamo richiesto nell’incontro di inizio febbraio e ribadito con una sucvessiva lettera a mia firma, al fine di favorire l’effettivo utilizzo di questo strumento. Una cosa però la voglio dire subito: si faccia presto! Dal 31 gennaio infatti le aziende sono prive di ammortizzatori sociali specifici e questo non ci aiuta certo ad evitare i licenziamenti e la perdita di competenze.
Ci tengo poi a ribadire un aspetto: il fatto che nonostante il quadro generale di crisi che affligge la moda, si sia assistito fino ad ora ad uno scarso ricorso agli ammortizzatori messi a disposizione dal Governo non deve produrre una lettura sbagliata, come se dunque lo strumento non servisse, ma piuttosto deve portare il Ministero ad interrogarsi su quali siano state le criticità nell’accesso e nell’utilizzo di questo ammortizzatore sociale per superarle.
Serve uno strumento semplice ed efficace, che sia in grado di garantire un orizzonte che copra almeno tutto il 2025, dando alle imprese la possibilità di riorganizzarsi e di rilanciare il settore: non si può procede con proroghe di due mesi in due mesi.
È poi assolutamente necessario estendere a tutti i codici ATECO della filiera moda la possibilità di utilizzo dell’ammortizzatore perché fino ad ora pezzi importanti della filiera ne erano esclusi.
Inoltre come Regione Toscana continuiamo a chiedere l’introduzione della sola modalità di pagamento diretto da parte di INPS, in modo che l’erogazione non gravi sulle imprese (che versano già in condizioni di difficoltà, e quindi spesso di carenza di liquidità) con l’anticipo delle risorse; l’eliminazione dell’obbligo di dover indicare con certezza la ripresa produttiva, vista l’entità della crisi in corso; la conferma dell’esenzione del contributo addizionale; l’eliminazione dell’obbligo di esaurire gli ammortizzatori ordinari prima di accedere alla CIG in deroga.
Tra le richieste che abbiamo avanzato al Ministero, dopo averle condivise con le parti sociali toscane, sia organizzazioni sindacali che associazioni datoriali, c’è poi quella di neutralizzare i periodi di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per le imprese artigiane: così come fu fatto con la cassa CIG in deroga Covid, senza che tali periodi rientrino nel limite massimo previsto da Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA) per la durata dei trattamenti di integrazione salariale; di trasferire immediatamente le risorse necessarie al FSBA per autorizzare il pagamento da parte del Fondo e garantire la continuità dei trattamenti e di estendere la misura anche alle aziende con oltre 15 dipendenti e azzerare i contatori della cassa integrazione per le aziende industriali.
Rispetto a queste richieste, che non trovano risposta nella lettera inviataci oggi dalla Ministra, restiamo in attesa di poter valutare quali saranno le scelte del Governo e, se non soddisfatte, le riproporremo all’attenzione della Ministero nelle riunioni tecniche di confronto che ci viene comunicato ci saranno al fine di approfondire e monitorare l’utilizzo dell’ammorizzatore sociale.
La crisi del settore moda è profonda e diffusa, e richiede misure di ampio respiro nella copertura temporale e nella capacità di rispondere alle difficoltà d tutta la filiera, senza lasciarne, come accaduto finora, alcuni pezzi scoperti. Il nostro obiettivo è garantire tutele adeguate alle lavoratrici, ai lavoratori e alle aziende che rappresentano un’eccellenza del Made in Italy e una porzione fondamentale della nostra economia regionale.
Infine, come ribadito già nelle varie lettere indirizzate alla Ministra Calderone, come Regione Toscana continuiamo a richiedere l’apertura di un tavolo politico permanente che veda la partecipazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di quello delle Imprese e del Made in Italy, delle Regioni coinvolte e delle parti parti sociali, sia sindacali che datoriali, comparativamente più rappresentative, al fine di confrontarci sugli strumenti necessari per superare la crisi e sulle misure necessarie per il rilancio dell’intera filiera della moda.