Ci sono sorrisi che spalancano il cuore e il mio si spalanca ogni anno quando accogliamo in Toscana le piccole ambasciatrici e i piccoli ambasciatori di pace del popolo Saharawi, un popolo che da troppo tempo attende che venga riconosciuto il proprio diritto all’autodeterminazione, un diritto su cui, come Regione, vogliamo assolutamente continuare a mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Lunedì pomeriggio benvenuto in Regione e ieri sera una cena insieme ad alcune e alcuni di loro a Pontedera, organizzata dall’associazione Crescere insieme.
Sono anni che, in estate, bambine e bambini saharawi vengono accolti in Toscana in maniera diffusa, grazie all’impegno preziosissimo di tante associazioni e alla disponibilità di tante Amministrazioni comunali che hanno stretto legami di amicizia con il popolo Saharawi. Nel tempo, si sono creati legami meravigliosi tra le nostre comunità e negli anni tante bambine e tanti bambini sono stati curati nei nostri ospedali. Per me è sempre una gioia immensa abbracciare Bachir, e ricordare che anche lui è arrivato qui, in Italia, in Toscana, a Cascina, un’estate di qualche anno fa. Bachir è bambino dolcissimo, che da qualche anno vive a Cascina insieme a Federica, per curarsi nella nostra eccellenza del Meyer. Ha un posto davvero speciale nel mio cuore.
La storia di Bachir ci ricorda quante bambine e quanti bambini saharawi hanno visto letteralmente cambiare la propria vita grazie ai progetti di cooperazione e grazie alle cure sanitarie ricevute in Toscana.
Benvenute e benvenuti e che la vostra presenza possa aiutare a moltiplicare le costruttrici e i costruttori di pace. Ne abbiamo davvero tanto bisogno.