Oggi, a San Miniato, abbiamo commemorato 55 vittime innocenti, che il 22 luglio del 1944 trovarono la morte a causa di una bomba mentre erano radunate nel Duomo. Di quest’episodio si è discusso moltissimo, anche in maniera controversa.

Quello che ho voluto ribadire stamani nel mio intervento è che questa strage, a 80 anni di distanza, continua a ricordarci il potere distruttivo delle guerre e quanto sia fondamentale costruire la pace, sempre, ovunque, affinché l’umanità si liberi dall’orrore della guerra. La responsabilità di quello che accadde durante seconda guerra mondiale è chiara: il nazifascismo è stato il periodo più buio e vergognoso della nostra storia e questo non può essere certo cancellato o disconosciuto ed è in quel contesto, in quella guerra, che si inserisce la strage del Duomo. Ecco perché, da San Miniato, ho chiesto che si lavori tutti, ognuno nei nostri ruoli, alla costruzione della pace, che personalmente non penso si possa raggiungere con l’uso della armi, ma piuttosto con una intensa azione diplomatica.

Ancora oggi, troppe vite vengono annientate sotto le bombe, ancora oggi l’umanità non ha compreso che la guerra porta solo morte, odio, distruzione.