Da Anni Regione Toscana aderisce ufficialmente al Toscana Pride e sfila orgogliosamente con la comunità LGBTQIA+ per chiedere reale uguaglianza di diritti e per difendere la libertà di ogni persona di essere chi è e di amare chi ama.
Quest’anno è ancora più importante. Il messaggio che mandiamo è chiaro: mentre alcune istituzioni, a partire dal Governo, voltano le spalle alla comunità LGBTQIA+ e sferrano attacchi ai diritti e alla dignità delle persone, Regione Toscana c’è.
Stiamo assistendo ad un chiaro attacco alla comunità LGBTQIA+, in particolare alle persone transgender, penso all’ispezione che ha coinvolto il Centro di riferimento per i percorsi di affermazione di genere di Careggi, nata per ragioni puramente politiche, e alla squallida campagna che è in corso addirittura contro le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno. Una vergogna assoluta. Non è accettabile che si faccia propaganda politica sulla pelle delle persone, a maggior ragione delle più piccole e dei più piccoli. Non sono frutto di un reato universale. La destra si riempie la bocca della parola ‘famiglia’ ma non esiste una sola famiglia, esistono le famiglie e vanno tutelate, tutte. Perché famiglia è dove c’è amore.
In questi anni sono stati compiuti passi avanti importanti con le unioni civili, ma non basta. Io credo che sia giusto e doveroso, per una reale parità, che si arrivi al matrimonio egualitario, alle adozioni e al riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali. Vogliamo che nessuna persona in questo Paese rischi più di essere insultata, picchiata o ammazzata perché si bacia in strada o in spiaggia con la sua compagna o il suo compagno o perché decide di fare un percorso di transizione. Vogliamo che nessun giovane sia più bullizzato per il colore degli indumenti che indossa e arrivi persino a pensare di farla finita perché non si sente accettato.
Ecco perché penso che sia vergognoso aver affossato il ddl Zan. Vogliamo una legge nazionale contro le discriminazioni. Siamo orgogliose e orgogliosi del fatto che la Toscana sia stata, 20 anni fa, la prima Regione a dotarsi di una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, ma è incomprensibile che il Parlamento non ne abbia ancora approvata una. Ci sono ancora troppi episodi di violenza e discriminazione che, uniti ai recenti rigurgiti neofascisti, determinano un clima pericoloso e non trascurabile.
Proprio in questi giorni, a Grosseto, si tiene la festa nazionale di Casapound, il raduno dei neofascisti omofobi, degli odiatori seriali. A quel mondo nerissimo noi preferiamo il mondo a colori, il mondo arcobaleno del Pride, dove tutte le persone sono libere di essere e di amare.
Grazie al comitato, per aver deciso, anche quest’anno, che il Pride sia un momento di orgoglio e di lotta non solo contro le discriminazioni verso la comunità LGBTQIA + ma verso tutte le discriminazioni, penso ad esempio alle persone con disabilità e ai migranti, altro bersaglio di questo Governo. Grazie per aver messo al centro la richiesta di pace, oggi più che mai urgente e necessaria.
È un momento storico in cui rischiamo passi indietro, in cui i diritti non vanno solo conquistati, ma anche difesi. Quindi è davvero importante essere al Pride, inodmitə e fierə, come dice lo slogan di quest’anno e spero di cuore che il Comune di Lucca torni indietro rispetto alla scelta sbagliata di non aderire, perché un sindaco ha per primo il dovere di ribadire che non esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B e non deve assumere decisioni che rischiano di rafforzare quella cultura della discriminazione che invece, tutte e tutti insieme, dobbiamo sconfiggere.