Migliaia di studentesse e studenti toscani, in presenza e online, hanno partecipato questa mattina alle celebrazioni del Giorno della Memoria. Un momento intenso, ricco di racconti e testimonianze, con cui abbiamo ricordato la Shoah e le altre deportazioni perpetrate dai nazifascisti: oltre agli ebrei, persone con disabilità, internati militari italiani, persone LGBTQIA+, rom e i sinti, deportati politici.
Un percorso nell’abisso più profondo dell’umanità, guidato da riflessioni innescate dal significato delle parole proposte da Vera Gheno, che ringrazio, come ringrazio tutte e tutti coloro che hanno permesso questa giornata dando la voce a storie e testimonianze dirette. Tra loro ci sono le sorelle Andra e Tatiana Bucci, che anche questa mattina ci hanno generosamente raccontato la loro vicenda di bambine deportate ad Aushwitz e sottoposte agli esperimenti del dottor Mengele.
È stato emozionante vedere gli sguardi attenti e commossi di tanti giovani. Soprattutto da loro passa il lavoro della custodia e della diffusione della Memoria, necessario tanto più in un periodo come questo, in cui assistiamo a rigurgiti neonazisti, neofascisti e antisemiti, a stelle di David disegnate nei pressi di case e sinagoghe, a braccia alzate in inquietanti adunate e ad ambiguità sull’antifascismo anche ai più alti livelli istituzionali.
Primo Levi ci avvertì: “La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia”. Non sono infatti finite le persecuzioni, le discriminazioni, le manifestazioni di odio razziale e antisemita, i revisionismi, i negazionismi, le assurde guerre, come ci ha ricordato l’Abate di San Miniato al Monte Padre Bernardo Gianni nella sua straordinaria testimonianza di pace.
Difendere e diffondere la Memoria significa attivare gli anticorpi democratici di fronte a tutto questo e ribadire la promessa che l’umanità si fece al termine di quell’orrore: mai più.