Come Consigliera Regionale, ho sempre sentito come una mia vera e propria missione primaria quella di contribuire a costruire una società più giusta per noi donne. La strada è ancora lunga: permangono discriminazioni e stereotipi di genere, sussiste ancora un intollerabile gender-gap tra i salari delle donne e degli uomini a parità di ruolo, ancora troppe donne devono scegliere tra lavoro e famiglia, poiché ricade sulle loro spalle la gestione di casa, figli e anziani. A questo si aggiunge la piaga intollerabile della violenza di genere e del permanere, in molte relazioni, di una visione culturalmente proprietaria e subordinata nei confronti delle donne. Sono fenomeni inaccettabili, che la recente emergenza del Covid-19 ha posto alla nostra attenzione con ancora maggiore forza.
Su questi temi la Regione è stata in prima linea in questi anni e io ho condotto numerose battaglie di cui sono orgogliosa.
Ho intrapreso azioni in Consiglio Regionale contro la violenza di genere, sostenendo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul, raccogliendo l’appello dei centri antiviolenza del territorio e difendendo il ruolo di queste realtà, come la Casa della Donna di Pisa, anche di fronte agli attacchi e ai silenzi dell’Amministrazione leghista.
Ho chiesto alla Giunta Regionale di mettere in rete diverse competenze e diversi attori regionali, coinvolgendo gli assessorati competenti, la Commissione regionale Pari Opportunità, rappresentanti dei centri antiviolenza toscani e soggetti istituzionali interessati, con l’obiettivo di mettere in atto un’efficace strategia di prevenzione, sensibilizzazione, contrasto e aiuto alle vittime di violenza.
Ho presentato atti che sollecitassero le amministrazioni locali ad iniziative di contrasto alla violenza, a continuare ed intensificare progetti di sensibilizzazione verso le scuole finalizzati al superamento degli stereotipi genere e a favorire una cultura diffusa delle pari opportunità.
Ho sostenuto la campagna “Lei resta a casa”, affinché ad abbandonare l’abitazione siano gli uomini violenti e non le donne con i minori, e in tal senso ho scritto una lettera-appello al Prefetto di Pisa e al Procuratore della Repubblica di Pisa.
Ho sollecitato continuativamente azioni che favorissero l’accesso delle donne al mercato del lavoro, la creazione di occupazione femminile di qualità e il rafforzamento dei servizi per l’infanzia e del sistema di Welfare, permettendo una migliore conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, affinché sempre meno donne siano costrette a ridimensionare i propri progetti lavorativi per ragioni familiari.
Faccio parte del Tavolo Regionale sulla Legge 194, che in questi anni ho sempre difeso, sottoscrivendo atti per richiederne la piena e omogenea applicazione nel territorio regionale e battendomi affinché l’interruzione di gravidanza farmacologica sia incentivata rispetto a quella chirurgica.
Ho aderito pubblicamente alle battaglie contro i tentativi di imprimere una marcia indietro nel cammino dei nostri diritti, in particolare contro i Ddl Pillon e contro azioni scellerate come l’abolizione della Consulta per le Pari Opportunità nel Comune di Cascina sotto la guida di Susanna Ceccardi.
Credo fermamente che il principio di pari opportunità debba essere garantito in tutti gli ambiti, per questo sono stata la prima firmataria di una mozione per la parità nel mondo dello sport. Nonostante i passi avanti degli ultimi anni, permangono differenze ingiustificate sia sul fronte agonistico che su quello amatoriale.
In questo ambito, la forma è anche sostanza e per questo, come Regione, abbiamo varato delle linee-guida per l’uso di un linguaggio non sessista all’interno dei documenti ufficiali.