Proprio accanto al Segretario generale della CgilToscanaRossano Rossi, ho firmato ai banchetti del sindacato i referendum promossi dalla CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro in piena coerenza con quello che, in questi anni, ho sempre sostenuto, anche quando era scomodo e nel PD eravamo veramente in pochi a farlo. Sono, infatti, sempre stata contraria al Jobs Act, perché rispondeva a un’idea di mercato del lavoro orientata a una riduzione dei diritti e a una moltiplicazione dei contratti.
Come era chiaro, quelle scelte si sono tradotte solo in maggiore precarietà e incertezza. La cancellazione dell’articolo 18, poi, è stato uno schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori.
Quella riforma è figlia di una stagione del PD che non ho mai condiviso, in cui Matteo Renzi ha praticato la disintermediazione e ha messo in discussione la funzione fondamentale delle parti sociali, in particolare dei sindacati. Scelte, quelle sul lavoro, come quelle sulla scuola, che hanno determinato una rottura con pezzi di società che ancora fatichiamo a recuperare.
Nel mio impegno politico e istituzionale ho sempre praticato un atteggiamento diverso, convinta che il rispetto ed il riconoscimento del ruolo delle parti sociali sia un dovere e che la concertazione rappresenti anche il metodo per costruire politiche migliori.
All’ultimo congresso ho votato convintamente la mozione di Elly Schlein anche perché, tra i punti qualificanti, c’era proprio un cambio di paradigma netto rispetto a quella stagione e una nuova visione del mondo del lavoro, che la Segretaria sta portando avanti e che è confermato anche dalla sua scelta di firmare per questi referendum. Dato che, come Assessora regionale con delega alla formazione professionale e al lavoro, ho messo in campo varie misure per favorire un lavoro più stabile e di qualità e per ridurre la precarietà e viste le posizioni che ho sempre sostenuto, sarebbe stato davvero sorprendente se io non avessi firmato i referendum promossi dalla CGIL.