Le vittime delle foibe, l’esodo delle italiane e degli italiani dall’Istria, dalla Venezia Giulia, dalla Dalmazia, così come l’insieme delle vicende che attraversarono il “confine orientale” italiano lungo tutto il Novecento non meritano né oblio, né strumentalizzazioni politiche.Parliamo di territori a cui il Novecento ha chiesto prove davvero durissime: la prima Guerra Mondiale con battaglie particolarmente cariche di devastazione, la violenza del fascismo contro le minoranze slave, la cui brutalità nessuno può cancellare o minimizzare, gli effetti della guerra totale, l’occupazione e l’oppressione nazista, infine la sistematica persecuzione e violenza contro gli italiani da parte del comunismo jugoslavo.Il nostro Paese, quelle vittime innocenti e i loro familiari hanno bisogno e meritano un ricordo pieno, consapevole dell’amara complessità degli avvenimenti che si consumarono in quei territori. Compiere questo esercizio fondamentale e tramandare la memoria e la coscienza di quello che è accaduto è necessario ed è essenziale che le scuole, le giovani generazioni, siano protagoniste di questa consapevolezza sul passato, per essere attrezzati a vivere il presente e il futuro immuni dalle degenerazioni ideologiche e dall’odio. È proprio questo esercizio che abbiamo voluto compiere questa mattina al Teatro La Compagnia di Firenze, insieme a centinaia di studentesse, studenti e docenti presenti in sala e molti altri collegati in streaming, durante le celebrazioni del Giorno del Ricordo, una mattinata di analisi storica, di testimonianza, una mattinata per raccontare e divulgare i progetti di formazione che da anni Regione Toscana porta avanti grazie all’Istituto Storico Grossetano e all’Istituto Storico Toscana della Resistenza e dell’Età Contemporanea, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale.