Consentire ai lavoratori della Gkn, attualmente in cassa integrazione grazie ad un nuovo ammortizzatore sociale recentemente introdotto, di poter beneficiare dei percorsi di formazione finanziati dal PNRR, è quello che abbiamo chiesto insieme ad Emiliano Fossi alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Calderone, io inviandole una lettera ed Emiliano presentando una interrogazione parlamentare.
Nel confronto con lavoratori e istituzioni locali, è infatti emersa, a fronte di concrete prospettive occupazionali, la necessità di mettere a disposizione di questi lavoratori percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione.
Trattandosi di lavoratori che beneficiano di una nuova tipologia di cassa integrazione guadagni in deroga di recentissima istituzione, chiediamo di poter utilizzare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come Regione abbiamo chiesto conferma di questa possibilità ad Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, titolare di GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori – il nuovo programma di riforma delle politiche attive previsto e finanziato con il PNRR di cui è titolare il Ministero del Lavoro.
L’impatto sociale della vertenza GKN per l’area metropolitana di Firenze e per il territorio toscano tuttto è chiara, ma abbiamo voluto rimarcare questo aspetto ricordando come la Regione Toscana si sia impegnata fin dall’inizio nel garantire ai lavoratori coinvolti in questa vicenda il massimo e migliore supporto, anche in termini di politiche attive del lavoro e di formazione. La Regione è in prima linea, infatti, nel cercare di individuare nuovi opportunità per il rilancio del sito produttivo, e da questo punto di vista sono e saranno necessari percorsi di formazione di aggiornamento delle competenze e riqualificazione dei lavoratori.
Per questo chiediamo alla Ministra di attivarsi celermente per rendere possibile l’utilizzo delle risorse PNRR.
PS: la foto è un po’ “vecchia”, risale all’inizio della vertenza e le mascherine ci ricordano che erano ancora i mesi della pandemia.
La lotta però, quella per il lavoro, resta sempre la stessa.