Questa mattina sono intervenuta al forum di Liberation Route Europe, che quest’anno si è tenuto in Italia, a Firenze. LRE è un progetto bellissimo, che mette insieme memoria, turismo e storia, promuovendo la scoperta di sentieri, itinerari e percorsi della Resistenza e delle Forze alleate durante la liberazione dal nazifascismo. 

Di seguito il testo integrale del mio intervento:

La Seconda guerra mondiale, il più profondo abisso raggiunto dall’umanità nella sua storia
recente, si è certamente combattuta lungo diversi fronti militari, ma noi italiani e toscani
sappiamo bene che i sentieri, i colli, i boschi, le montagne hanno avuto un ruolo non meno
importante. Lì si sono consumate svariate stragi e innumerevoli agguati sanguinosi perpetrati
dai fascisti e dai nazisti, lì è cresciuta la Resistenza all’oppressione, la lotta di Liberazione, che
ha sconfitto le ideologie di sopruso e di morte per donare a tutte e tutti noi libertà, diritti e
democrazia.
Voglio ricordare nuovamente, in questa occasione, come la nostra terra, la Toscana, sia stata
una delle parti d’Italia più colpite dallo stragismo nazifascista, in particolare durante la terribile e
sanguinosissima estate del 1944. Parliamo di centinaia di stragi, decine di Comuni interessati,
migliaia di vittime civili, a cui vanno aggiunti migliaia di morti tra i partigiani. Questo accadde per
la posizione strategica della nostra Regione e perché qui crebbe uno dei più nutriti e forti
movimenti di liberazione. Anche per questo non possiamo e non vogliamo dimenticare e
consideriamo la Resistenza come parte del nostro DNA, tanto che la Toscana ha come suo
stemma istituzionale il Pegaso alato, l’eroico cavallo mitologico che è stato simbolo del
Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Anche per questo, nei mesi scorsi, abbiamo voluto
inserire un chiaro richiamo al valore dell’antifascismo all’interno del nostro Statuto regionale.
Lì stanno le fondamenta della nostra democrazia.
Come Regione siamo impegnati da anni nel tutelare e promuovere la Memoria, dal Treno della
Memoria che speriamo di poter riprendere il prossimo anno alle celebrazioni del Giorno della
Memoria il 27 gennaio, soltanto per fare alcuni esempi. Nell’organizzare queste e le molte altre
iniziative che mettiamo in campo in questo ambito, prestiamo sempre particolare attenzione alle
giovani generazioni e alle scuole, per rendere le ragazze e i ragazzi “sentinelle della Memoria”,
come li ha recentemente spronati a essere la straordinaria Liliana Segre.
La Memoria, però, non è e non deve essere soltanto un esercizio di rievocazione del passato,
un atto dovuto per ricordare le vite di chi ha lottato per la libertà e di chi è morto: è l’impegno a
costruire e proteggere una società libera, che riconosca come fondamentali i valori della pace,
della libertà, della democrazia, dell’inviolabilità della vita di ogni essere umano e li salvaguardi.
La Memoria è un esercizio in cammino, con la coscienza ben radicata nel passato e lo sguardo
rivolto al futuro.
Durante quegli anni bui, nel paese in cui vivevi o lungo un sentiero che attraversavi
abitualmente, potevi essere picchiato, torturato, arrestato o ucciso. L’Europa era percorsa dal
sangue e colpita dalle bombe, la shoah, le altre deportazioni e le infami leggi razziali
macchiavano indelebilmente la nostra storia e i nostri popoli europei erano armati e nemici. Da
quelle macerie, da quella fine del mondo sfiorata, i nostri popoli seppero rialzarsi e seppero far
prevalere sull’odio e la disperazione il desiderio di libertà, la forza di ricostruire dialogo,
fratellanza, pace, tutti uniti da una promessa che ancora oggi è bene che riecheggi nelle nostre
coscienze: “Mai più”.
Quell’idea di un nuovo mondo possibile, quella ritrovata consapevolezza di essere tutti uniti in
un destino comune, si concretizzò in una delle nostre più grandi conquiste della nostra storia:
l’unificazione europea. Faccio parte di una generazione che è cresciuta potendo attraversare
l’Europa senza fermarsi alla dogana, senza cambiare moneta. Lungo quei meravigliosi sentieri,
attraverso quei boschi, su quelle montagne un tempo teatro di lotte, sangue e morte, oggi si
possono incontrare persone in cammino da tutta Europa e da tutto il mondo, che si incrociano,
si sorridono e si salutano in lingue diverse, magari proprio accanto a un cippo commemorativo
di una strage o di un fatto di particolare importanza nell’ambito della lotta di Liberazione o
dell’attività delle forze alleate.
Ecco cosa è, prima di tutto, l’Europa: una terra bonificata dal veleno della guerra e rivitalizzata
con semi di pace.

Non dobbiamo dimenticarlo mai, soprattutto oggi che la guerra è tornata a bussare
letteralmente alle nostre porte a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia,
creando un livello terribile di tensioni internazionali. È nostro dovere ricordarci che l’Europa è
nata per portare la pace, dentro e fuori dai suoi confini. Anche per non scordarci di questa
missione, che è in capo alle istituzioni europee, ma anche a ciascuna e ciascuno di noi, è
fondamentale coltivare, diffondere e difendere la Memoria di ciò che è stato e rendere i giovani
protagonisti di questo impegno.
Proprio per questo, come Regione Toscana, abbiamo trovato da subito molto potente e molto
coerente con il lavoro che portiamo avanti da anni sulla Memoria, il progetto Liberation Route
Europe, capace di legare appunto la Memoria, con il turismo e la storia, lungo i sentieri e i
percorsi attraversati dalla Resistenza e dalle forze alleate durante la lotta di Liberazione dal
nazifascismo. È un progetto dal grande valore anche per il suo contributo alla costruzione di
un’identità europea davvero consapevole. Siamo stati la prima Regione ad aderire, con
entusiasmo, e ne sono davvero orgogliosa, come lo sono del fatto che questo convegno si
svolga proprio in Toscana.
Il progetto mette in rete musei, luoghi, teatri di battaglia, monumenti, testimonianze di
sopravvissuti per raccontare attraverso percorsi turistici, visite guidate, eventi e celebrazioni la
Seconda guerra mondiale, con uno sguardo originale e un respiro internazionale. Trovo che sia
un’idea potente, emblematica dello spirito di collaborazione, dialogo e di apertura reciproca che
è proprio al cuore del progetto di unificazione comunitaria. Per realizzare Liberation Route
Europe è stato decisivo anche il supporto dell’Unione Europea e il riconoscimento del Consiglio
d’Europa, è importante ricordarlo, ed è questa unione di forze, oltre alla massiccia adesione dei
territori, che ha dato vita ad un itinerario di oltre 3mila chilometri che collega le principali regioni
dei nostri Paesi europei, lungo l’asse seguito dalle Forze Alleate nel 1943-1945.
Con l’adesione a questo progetto, arricchiamo il nostro impegno sulla Memoria e sulla
promozione del valore della pace. Potremo sviluppare numerose occasioni di integrazione tra
turismo, storia e cultura, che aumenteranno le conoscenze diffuse sulla Seconda Guerra
Mondiale, attrarranno l’interesse di un vasto pubblico desideroso di conoscere questo
patrimonio e costituiranno un ulteriore veicolo di trasmissione della memoria a disposizione dei
più giovani e anche delle attività didattiche nelle nostre scuole. Sarà inoltre un’occasione per
riscoprire e rivitalizzare luoghi che nel tempo, magari, sono stati abbandonati o si sono
trasformati profondamente. In questa regione siamo estremamente impegnati a favorire un
modello turistico sostenibile, di cui il turismo storico può essere assolutamente protagonista,
con ripercussioni importanti, anche di natura economica, sulle attività dei nostri territori e sulle
nostre comunità.
Resta poi, sopra a tutto, il rilievo culturale e valoriale di questo percorso, un’opportunità inedita
di rappresentare “in un quadro unitario”, per usare le parole dello storico Pier Paolo Pezzino, i
luoghi e i sentieri che sono stati teatro di incontro e scontro di soldati di varia nazionalità e dai
partigiani, teatri di lotte, stragi, soprusi, conquista di frammenti di libertà. Penso, ad esempio, a
tutta quella parte del nostro Paese che si snoda lungo la linea Gotica e, più a sud, lungo la linea
Gustav.
Tutti noi enti e istituzioni che abbiamo aderito a questa iniziativa preziosa, adesso dobbiamo
dimostrare di crederci davvero e di essere all’altezza delle ambizioni e delle potenzialità di
questo progetto, cogliendo fino in fondo l’opportunità di raccontare eventi, rivivere fatti,
conoscere luoghi con nuove modalità e in una nuova chiave.
Buon cammino a tutte e tutti noi e al progetto Liberation Route Europe. Buon cammino di pace
e di democrazia. Attraversiamo insieme questi sentieri, consapevoli che ogni volta che i nostri
Paesi e i nostri popoli dialogano, costruiscono progetti comuni, lavorano insieme per la pace,
stiamo onorando la Memoria nel modo più alto.