È uno di quei giorni in cui mi sento particolarmente orgogliosa di essere toscana e di essere di sinistra, di appartenere alla mia comunità politica.

Oggi, in Consiglio Regionale, infatti, sarà messa in votazione una importante proposta di legge sul fine vita, una proposta di iniziativa popolare e, se approvata come mi auguro, saremo la prima Regione in Italia ad approvare una legge in questo senso. Oggi sono orgogliosa della mia comunità politica, di quel ‘campo largo’ che oggi sono certa si dimostrerà compatto.

Decidere quando porre fine alle proprie sofferenze è un diritto per cui mi sono sempre battuta, con atti in Consiglio quando ero Consigliera e firmando anche la proposta referendaria sull’eutanasia dell’@Associazione Luca Coscioni. Penso che sia una questione di civiltà e penso che non possa essere ignorata la sentenza con cui la Corte costituzionale ha chiarito come non sia reato assistere chi vuole interrompere la propria vita e i trattamenti di sostegno vitale per patologie irreversibili in condizioni di sofferenza insopportabile.

La proposta di legge che si vota parte da qui e definisce le procedure mediante le quali le aziende sanitarie dovranno verificare tali condizioni indicate dalla sentenza. È un giorno molto importante per i diritti in Toscana, che serve anche a evidenziare ancora di più quanto serva una legge nazionale che consenta alle persone di essere davvero libere fino alla fine. Lo dico e lo penso da sempre, non vivendo assolutamente come contraddittoria questa mia posizione con il mio essere cattolica. Lo dico consapevole che la laicità dello Stato sia un valore imprescindibile come imprescindibile la tutela della dignità ed il diritto all’autodeterminazione di ogni persona.

Mi auguro che l’esempio della Regione Toscana possa essere da stimolo anche per il livello nazionale.

L’approvazione di questa legge sarebbe – anzi, voglio dire sarà – la risposta doverosa e necessaria alle tante persone toscane che ci hanno chiesto, che hanno chiesto alla politica, di avere il coraggio di affrontare questo tema.

Quel coraggio dobbiamo averlo, è una questione di civiltà.