Oggi abbiamo presentato i dati di PARtime, il progetto formativo di educazione alla parità di genere realizzato da Regione Toscana e INDIRE, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, Upi e ANCI Toscana.Quasi 900 docenti iscritti, 306 scuole dell’infanzia, 441 istituti del primo ciclo e 146 del secondo.Sono alcuni dei dati di questo progetto che ha raccolto una risposta straordinaria, segno che in Toscana c’è una sensibilità diffusa e c’è la volontà di lavorare sui temi della cultura della parità di genere e del rispetto, del contrasto agli stereotipi. Ringrazio sinceramente per la preziosa collaborazione Indire e tutti i soggetti che hanno realizzato ParTime: Ufficio Scolastico Regionale, Anci, Upi. Ma anche docenti, dirigenti, personale scolastico, educatrici e educatori che stanno partecipando a questo progetto, che io credo sia anche un percorso di arricchimento personale oltre a esserlo sicuramente a livello professionale. Abbiamo voluto offrire a chi lavora nei servizi educativi e nelle scuole scuole toscane, di ogni ordine e grado, uno strumento in più per promuovere la cultura della parità, per comprendere appieno quanto siano dannosi pregiudizi, stereotipi e retaggi culturali che ancora oggi persistono nella nostra società.La parità è un diritto umano, la scuola deve essere per eccellenza luogo dell’uguaglianza dei diritti, luogo dove si educa al rispetto delle differenze. Pensiamo che questo sia l’unico modo per costruire una società più giusta, una società che non discrimina e che non accetta le diseguaglianze ma le combatte. Se vogliamo promuovere una cultura di parità e rispetto, se vogliamo innescare quella rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno dobbiamo farlo a partire dalle giovani generazioni e dalla scuola, che insieme alla famiglia svolge un ruolo determinante nella formazione delle bambine e bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Per questo ci siamo rivolti a tutte e tutti coloro che lavorano nelle scuole e nei servizi educativi, affinché siano loro le prime e i primi a promuovere questa cultura, a partire dalle più piccole e dai più piccoli. Vogliamo che la parità sia perseguita non solo con un progetto, ma sia un impegno trasversale ad ogni politica educativa, di istruzione e di formazione che mettiamo in campo. Speriamo che PARtime sia una buona pratica magari da esportare a livello nazionale. In Toscana si inserisce nel solco di una Regione che ha fatto dei diritti la sua cifra, un solco che stiamo provando a tracciare con ancora più nettezza. Penso alla scelta, in questa legislatura, di inserire nei nostri PEZ, i Progetti Educativi Zonali, l’obiettivo di promuovere pari opportunità e contrastare stereotipi di genere e al rifinanziamento della legge regionale 16/2009 sulla ‘Cittadinanza di Genere’ prevedendo come azione obbligatoria i progetti di sensibilizzazione nelle scuole.