Nessun territorio è immune dal lavoro nero, dallo sfruttamento lavorativo e dal caporalato. Conoscere questi fenomeni e combatterli è un dovere delle istituzioni. Accanto a questo, la battaglia contro il lavoro povero e precario, per un salario dignitoso, per un lavoro stabile e sicuro.

A questi temi era dedicata la due giorni “No ai lavoratori fantasma”, organizzata a Prato dalla UIL Toscana.

Ho avuto il piacere di intervenire al primo panel, insieme al Segretario generale nazionale Pier Paolo Bombardieri e al Segretario generale toscano Paolo Fantappie’.

Nell’occasione, ho ricordato con orgoglio le molte azioni che in questi anni abbiamo portato avanti come Regione Toscana , tra cui, per fare alcuni esempi, il Protocollo contro il caporalato in agricoltura, la produzione di materiale informativo sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori tradotto in più lingue, il Protocollo per i diritti dei rider, il Progetto SOLEIL contro lo sfruttamento lavorativo delle persone migranti. Nella lotta contro lo sfruttamento lavorativo Regione Toscana è in prima linea con grandissima determinazione.

Voglio anche ringraziare la UIL per la campagna “0 morti sul lavoro”, di cui è diventata simbolo Emma, la madre di Luana D’Orazio, la giovanissima ragazza, madre di un bambino piccolo, uccisa mentre lavorava in un’azienda tessile, stritolata da un orditoio a cui erano state manomesse le misure di sicurezza per aumentare la produzione.

Il lavoro deve essere dignitoso e deve essere sicuro. Le istituzioni hanno il dovere di impegnarsi in questa direzione e di farlo insieme alle parti sociali.