Ieri sera non potevo credere alla mie orecchie mentre seguivo incredula la puntata di Report, in cui un imprenditore del settore lapideo di Carrara ha dipinto i propri lavoratori come fannulloni ben pagati e dichiarato che chi di loro resta vittima di un incidente sul lavoro è un deficiente. Sono parole orribili, che mai avrei pensato di ascoltare,
parole che offendono i lavoratori delle cave e un intero distretto. Alberto Franchi, questo il nome dell’imprenditore, fattura 76 milioni all’anno. Sono cifre che, probabilmente, gli hanno dato alla testa, portandolo a percepire il proprio ruolo come quello di un padrone arrogante. Tutto questo è intollerabile.
Proprio in Toscana e nel nostro Paese, in questi mesi, in queste ultime settimane, abbiamo pianto tantissimi morti sul lavoro. Franchi non si vergogna? Non lo sa quanti incidenti ci sono stati, negli ultimi anni in cava? Sono tutti deficienti?
Parole del genere sono un’offesa alla memoria delle vittime, di chi è morto, si è infortunato o ammalato sul lavoro, un’offesa al dolore dei loro familiari e colleghi, nonché ai valori profondi della nostra terra. In questi anni da assessora al lavoro, non mi ero mai dovuta confrontare con parole del genere, con un’idea così cinica e padronale di imprenditorialità. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai lavoratori del settore lapideo e alle organizzazioni sindacali confederali al cui fianco sono pronta, ancora una volta, a manifestare.