Dobbiamo sostenere chi si laurea in Toscana e offrire loro sempre più opportunità. L’istruzione è la leva per far ripartire l’ascensore sociale ed è in questa ottica che dobbiamo utilizzare anche le risorse preziose del PNRR e della nuova programmazione dei Fondi europei.È il cuore del messaggio che ho voluto lanciare nel mio intervento di oggi all’ultima giornata della Fiera Toscana del Lavoro.Dai primi risultati dell’Osservatorio sulle transizioni al lavoro dei laureati in Toscana, progetto di Regione Toscana, portato avanti insieme agli Atenei toscani e all’Università La Sapienza di Roma, in convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, emerge che nel medio-lungo periodo chi consegue il diploma di laurea risulta avvantaggiato, in termini di tasso di occupazione e salari, rispetto a una non laureata o a un non laureato.L’Italia però presenta un ritardo storico nel numero di laureati in rapporto alla popolazione in età lavorativa e nella capacità del sistema produttivo di assorbirne le relative competenze, a cui si somma un problema di livelli retributivi. È un gap che va colmato, anche individuando insieme alle Università strumenti efficaci. Per superare questo ritardo come Regione stiamo investendo risorse importanti, così come per mettere in stretta sinergia mondo delle università e mondo dell’impresa. Il nostro obiettivo resta sempre e comunque quello di garantire diritto allo studio e un’occupazione stabile, sicura, di qualità, valorizzando le competenze che si formano nei nostri territori.